QUEL PIATTO DI PASTA
La lettera pubblicata, alcuni
giorni fa, su Repubblica è l’occasione per soffermarci a riflettere sul
perpetuarsi che quel codice di comportamento - di cui parla Eleonora nella sua
lettera – così aderente ai gesti quotidiani che continuiamo a perpetuare.
Eccone uno stralcio.
Molte volte mi era capitato di sentire racconti di nonne o
di madri che cominciavano a servire a tavola dal capofamiglia: il boccone
migliore al padre, poi ai figli maschi, poi alle femmine, ultima la madre, del
resto a far la spola con la cucina. Un codice con un sotto-testo che anche il
più piccolo di casa, a tre anni, riconosce e capisce, racconta Concita. Non
avrei mai pensato di sentirlo ancora e invece ecco Eleonora, che scrive: “Chiediamocelo.
Che tipo di donne e uomini stiamo crescendo noi, proprio adesso? Non stiamo
forse continuando a trattare diversamente maschi da femmine nelle libertà, nei
doveri? A casa mia, dice Eleonora, a tavola funzionava così e lo vedo accadere
ancora oggi, dove vivo: la tradizione familiare. Se tornassi indietro
afferrerei il piatto di pasta che mi spettava”.
Ecco, tornare indietro. Nel tempo non si può. Cambiare
quel codice è un impegno per il futuro.
Forse — ci diciamo — sarebbe meglio pretendere il piatto
negato, non accettare come se fosse normale quello che avanza.
E niente, se non avanza niente. Forse, ad avere le forze e
a non sentirsi sole, sarebbe l'ora di dare battaglia per andarsi a prendere
quel piatto.
In occasione della Festa
della donna 2017 festeggiamo l’universo femminile in tutte le sue forme, ma
poniamo anche l’accento sulle problematiche riguardanti le disparità di genere
purtroppo ancora esistenti.